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Proteggere la libertà di espressione in Italia

Il caso di Karem Rohana

Proteggere la libertà di espressione in Italia

Il diritto di criticare: il caso di Karem Rohana

Come StraLi, abbiamo collaborato con l'avvocata Michela Arricale e l'European Legal Support Center (ELSC) per difendere Karem Rohana, un attivista italo-palestinese impegnato da molti anni nella divulgazione e nell'attivismo a sostegno della causa palestinese, sia in contesti pubblici che digitali.

Prima e dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 e l'inizio dell'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, l'attività di Rohana è stata bersagliata da numerose azioni promosse da figure di spicco della società civile e dell'autorità pubblica, tra cui la candidata Sindaca di Firenze Sara Funaro, il Sindaco di Firenze Dario Nardella, il Console Onorario d’Israele a Firenze Marco Carrai e il direttore di Repubblica Maurizio Molinari.

Gli ammonimenti emessi dal Questore di Firenze

Il Questore di Firenze, accogliendo immediatamente le separate istanze presentate dalla candidata Sindaca di Firenze Sara Funaro e dal Sindaco di Firenze Dario Nardella, ha formalmente ammonito Rohana a cessare gli atti a loro giudizio persecutori, vale a dire le critiche formulate da Rohana in occasioni pubbliche e sui social network in relazione al loro sostegno a Israele.

Abbiamo chiesto al Questore di Firenze di annullare in autotutela i provvedimenti di ammonimento adottati nei confronti di Rohana, evidenziando che il Rohana era stato completamente privato della possibilità di difendersi nel procedimento amministrativo (privazione di recente stigmatizzata, proprio in relazione all’ammonimento questorile, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) ed, in particolare, di far presente la falsità di alcune condotte contestategli e la riconducibilità di altre espressione nel novero del diritto di critica garantito dall’art. 21 della Costituzione.

A distanza, ormai, di quasi due mesi dalla presentazione delle istanze di annullamento degli ammonimenti, il Questore di Firenze non si è ancora espresso.

Il caso Molinari

Il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, ha adito il Tribunale di Milano in sede cautelare, sostenendo che alcune affermazioni di Rohana avessero leso la sua reputazione e chiedendo al giudice milanese di ordinare a Rohana di rimuovere i contenuti multimediali in cui erano contenute queste affermazioni. In particolare, l'attivista avrebbe espresso opinioni riguardanti la vicinanza di Maurizio Molinari a Netanyahu e lo avrebbe accusato di sostenere l’azione israeliana e il genocidio in corso a Gaza.

Il giudice del Tribunale di Milano, con ordinanza cautelare n. 2246/2024 del 18 marzo 2024, ha ritenuto che la maggior parte delle opinioni espresse da Rohana riguardo alle azioni israeliane rientrassero nel suo diritto di critica. A sostegno della decisione contenuta nell’ordinanza, il giudice milanese ha anche richiamato la recente decisione della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja che ha ritenuto plausibile la sussistenza del crimine di genocidio da parte di Israele.

Nonostante ciò, il Tribunale di Milano ha ritenuto probabilmente diffamatoria l’affermazione di Rohana secondo cui Molinari fosse celebre per aver plagiato alcuni libri. Il giudice milanese ha quindi ordinato a Rohana di rimuovere il video contenente questa affermazione e a sostenere le spese di pubblicazione dell’ordinanza cautelare su La Repubblica. Ha, inoltre, condannato Rohana al pagamento della somma di 2700 euro a titolo di spese legali. Stiamo collaborando con ELSC e l'avvocata Arricale per presentare un reclamo contro questa decisione.

L’ordinanza del Tribunale di Milano rappresenta un importante precedente nella difesa della libertà di espressione e critica, specialmente considerando l'aumento dei casi in cui azioni legali vengono utilizzate per silenziare voci dissenzienti. Il nostro impegno è garantire la tutela della libertà di espressione nel caso specifico come punto di partenza per un cambiamento di sistema, e contribuire al riconoscimento e al contrasto di abusi dell'autorità pubblica.

L’uso del diritto penale contro la libertà di espressione

L’attività di divulgazione e il valore morale di Rohana sono stati oggetto di tentativi di screditamento anche nelle sedi istituzionali di dibattito politico: nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Firenze del 19 dicembre 2023, il Consigliere Cocollini ha accusato Rohana di mettere in atto comportamenti vessatori nei confronti dell’Assessora Sara Funaro e del Console Marco Carrai, in quanto parte della comunità ebraica, arrivando a definire Rohana, che non era presente durante la seduta, un vero e proprio stalker. Simili affermazioni sono state in seguito rilanciate tanto sul sito del Comune di Firenze, quanto su testate locali.

La gravità di simili affermazioni rendeva necessario ricercare una tutela in sede giudiziale: abbiamo quindi presentato presso la Procura di Firenze una denuncia-querela per diffamazione aggravata dal mezzo di diffusione delle notizie false e infamanti nei confronti del consigliere Cocollini, con l’obiettivo di tutelare la dignità e il valore morale di Karem Rohana e di allontanare tentativi di insidia della libertà di espressione che in uno Stato di diritto non possono trovare spazio, ancor più se provenienti da cariche istituzionali, rappresentative di tutta la comunità. La denuncia-querela ha dato avvio a indagini da parte della Procura ancora in corso di svolgimento. Insieme a ELSC, continuiamo a fornire supporto affinché vengano riconosciuti e bloccati tentativi di usare il diritto penale in maniera impropria e strumentale per silenziare chi fa attivismo scomodo.

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